Olio, pasta, pomodoro tra le dieci eccellenze biologiche della tradizione italiana

News  08 Maggio 2017



L’uomo e la terra. Un legame stretto, indissolubile, fatto di passioni forti e di reciproche promesse. Il biologico, oggi, rinnova e consolida l’antico patto tra essere umano e natura attraverso un modello di agricoltura e allevamento sostenibile, capace di mantenere la produttività dei sistemi rurali e, contemporaneamente, di salvaguardare l’ambiente e le risorse naturali. Il produttore biologico si fa custode del territorio e della biodiversità, traghettando nel tempo i prodotti tipici locali attraverso un lavoro attento di conoscenza, conservazione e, in certi casi, di vero e proprio recupero dal passato. Il cibo buono diventa così cultura, la nostra. Al tempo stesso anche il consumatore diventa parte attiva di questa tendenza. La crescita dei farmer market, dei gruppi di acquisto solidale e della spesa a km zero testimonia la sensibilità a un consumo alimentare (e non solo) consapevole e responsabile, l’interesse per le peculiarità del territorio e il rispetto della stagionalità. Un tipo di scelta e di curiosità che sempre più spesso condiziona anche le scelte in tema di turismo: l’esplorazione di nuovi luoghi si lega indissolubilmente con la scoperta di nuovi sapori e profumi, patrimoni locali che entrano così a far parte anche dei nostri ricordi. Prodotti di alta qualità e dalle proprietà organolettiche uniche che hanno reso famosa la tradizione culinaria italiana nel mondo. Ecco i 10 cibi biologici che fanno grande la tradizione italiana:

Olio extravergine di oliva. Il più prezioso tra gli oli, conosciuto e imitato in tutto il mondo, è ottenuto attraverso la sola pressione delle olive e senza l’aggiunta di additivi chimici. Ha con un grado di acidità inferiorie all’1% e contiene naturalmente buone quantità di acido grasso linoleico, polifenoli e beta carotene oltre alle vitamine E, A, K e D, da cui le sue proprietà antiossidanti e protettive per l’organismo.

Il territorio italiano è ricco di varietà di olive, le cultivar, che danno origine a extravergine tra loro profondamente diversi. Tra le zone più vocate alla coltivazione dell’ulivo, l’area del Lago di Garda, con le tre sottozone della sua DOP, Garda Bresciano, Garda Trentino e Garda Orientale. Ma anche la Liguria, con la varietà Taggiasca che è alla base della DOP Riviera Ligure, e la Toscana, unica IGP italiana per l’extravergine, con le sue diverse cultivar diffuse dalla costa fino ai monti dell’Amiata. Dal sud, poi, le cultivar dal carattere più deciso: dalla Puglia la DOP Terra di Bari, dalla Calabria tre DOP e dalla Sicilia ben sei DOP.

Pasta. Regina della cucina italiana, insieme alla pizza, è un alimento semplice per composizione, a patto che rispetti determinati parametri. In commercio se ne trovano diversi tipi, quella fresca, quella all’uovo, quella ripiena, quelle con ingredienti speciali e, addirittura, quelle dietetiche che rispondono a particolari esigenze nutizionali, ad esempio l’intolleranza al glutine. La più conosciuta di tutte, e la più esportata, è indubbiamente la pasta di semola di grano duro. Per legge questo tipo di pasta si ottiene dalla trafilazione, laminazione ed essiccamento di un impasto preparato solo con semola di grano duro e acqua, con umidità massima del 12,5% e almeno il 10,5% di proteine. Nella versione integrale si usa semola integrale di grano duro, l’umidità massima è sempre del 12,5%, mentre le proteine devono essere almeno l’11,50%.

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FONTE: IO DONNA