Olivicoltura italiana. Le Città dell’Olio partono dalla Sicilia per promuoverla in ambito nazionale

News  25 Settembre 2017



Parte dalla Sicilia, con una serie di attività che si svilupperanno da gennaio, il progetto di promozione dell’olivicoltura italiana voluto dall’Associazione nazionale Città dell’Olio. Un vero e proprio programma pluriennale di valorizzazione che mira a coinvolgere i consumatori fin dalle scuole ma anche nelle piazze, con iniziative istituzionali e divulgative che vedranno il coinvolgimento di importanti opinion leader e chef italiani. I primi elementi di questa importante e complessa azione sono stati illustrati ieri pomeriggio a Chiaramonte Gulfi all’interno della conferenza di presentazione che ha visto l’intervento anche del vice ministro alle Politiche Agricole e Forestali, Andrea Olivero. Ospite dell’appuntamento programmato dall’associazione Città dell’Olio e dal Comune di Chiaramonte Gulfi, il vice ministro ha ribadito l’importanza di puntare sulla qualità e l’identificazione: “L’oliva è frutto della terra ed è un prodotto che ha una fortissima valenza, anche identificativa, del territorio. Una biodiversità che va non solo salvaguardata e tutelata, come già stiamo cercando di fare attraverso i dettami del piano olivicolo nazionale, ma valorizzata opportunamente con chiarezza e determinazione in modo da rilanciarne opportunamente la produzione, offrendo il giusto sostegno alle aziende”.

Un settore che ha bisogno di maggiore capacità produttiva, di una migliore organizzazione commerciale, di maggiore competitività delle imprese, in un sistema valoriale dove il territorio di origine, con il suo paesaggio, l’ambiente e lo stile di vita, caratterizzano il prodotto in maniera unica perché unico è dove viene prodotto. E le Dop, come ad esempio la Dop Monti Iblei che certifica la qualità dell’olio extravergine d’oliva prodotto nel Sud Est siciliano, sono le espressioni massime dove l’origine incontra il prodotto ma anche le capacità e la sapienza di tanti olivicoltori.

“L’olivicoltura italiana, nel panorama internazionale, rappresenta non solo un’eccellenza della produzione di qualità, ma anche di tutti gli aspetti culturali che essa esprime – ha commentato Enrico Lupi, presidente delle Città dell’Olio, presente a Chiaramonte Gulfi insieme ad Antonio Balenzano, direttore della stessa associazione – Un tesoro ed una risorsa che necessita di una rivoluzione che coinvolga tutta la filiera olivicola fino ad arrivare ai consumatori. Un mondo complesso, ben sintetizzato nell’ultimo piano di settore olivicolo-oleario 2016 del Ministero delle Politiche Agricole, che fotografa il contesto produttivo italiano, variegato e unico a livello mondiale per la sua biodiversità”.

Il progetto di valorizzazione prevede un itinerario che percorre l’Italia, con una tappa per ogni Regione, alla scoperta del patrimonio enogastronomico del nostro Paese. Tra show cooking, mercatini, premi per i migliori oliveti ma anche le tante attività del progetto Bimboil che coinvolge i giovani nelle scuole, il progetto di valorizzazione dell’olivicoltura consentirà di raggiungere l’obiettivo della “rinascita” culturale auspicata dall’associazione Città dell’Olio.

“La Sicilia è una regione in cui si produce olio di grande qualità e vi sono alcune zone, come Chiaramonte Gulfi, particolarmente vocate e che necessitano di essere valorizzare il più possibile – spiega l’on. Sebastiano Gurrieri, sindaco di Chiaramonte Gulfi e coordinatore regionale delle Città dell’Olio – L’obiettivo è quello di trarne tutti i vantaggi economici legati non solo alla produzione e commercializzazione dell’olio d’oliva extravergine Dop Monti Iblei, ma anche la possibilità di creare altro reddito attorno al turismo enogastronomico, con vendita di prodotti tipici, visite ai principali monumenti, pacchetti turistici. Credo che si debba lavorare seguendo quella che io definisco la buona politica, cioè la politica che ascolta la gente e risolve i problemi. E in questo senso mi auguro che la Regione, che si appresta al rinnovo, possa migliorare ed incrementare la propria capacità di sostegno alle zone rurali anche attraverso le attività previste dal Psr affinché non restino insolute le problematiche del settore”.

Lungo la linea della sinergia istituzionale e della necessità di creare con percorso collegato si sono mossi gli altri interventi dei relatori, tra cui Pietro Agen presidente della Camcom del Sud Est, Giovanni Molè capo di gabinetto del Libero Consorzio comunale, Giuseppe Arezzo presidente del Consorzio di tutela dell’Olio Dop Monti Iblei, Gaetano Cimò dirigente generale del Dipartimento Assessorato Regionale Agricoltura, Lorenzo Dellai, parlamentare nazionale.

A margine della manifestazione il vice ministro Olivero ha risposto alle sollecitazioni del sindaco Gurrieri che aveva evidenziato i danni che ha subito il bosco di monte Arcibessi a causa dell’enorme incendio che si è sviluppato a giugno scorso. Gurrieri aveva detto che il bosco è una risorsa da tutelare e da ripristinare e che il Comune vigilerà sulle attività che saranno svolte, facendo anche riferimento all’articolo del codice penale che mette sullo stesso piano “le responsabilità di chi commette un fatto e le responsabilità di chi avendo il dovere di fare prevenzione non fa nulla per scongiurarlo”. Dal canto suo Oliviero ha ribadito la necessità di provvedere alla riforestazione. “Come Ministero delle Politiche Agricole e Forestali seguiremo puntualmente gli interventi, vigileremo e accompagneremo le attività che si svilupperanno, disponibili a coinvolgere i migliori esperti del settore. Il bosco è stato colpito in modo profondo ma da qui, ne sono sicuro, si ripartirà con un progetto che permetterà di far capire a tutta Italia come si deve fare la buona attività di prevenzione, manutenzione e valorizzazione”.