Olio, qualità ottima ma il clima frena l’aumento della raccolta

News  28 Settembre 2021



«Conserveremo ancora il primato sulla qualità ma siamo in difficoltà sulle quantità di prodotto. Per questo non sono più rinviabili interventi strutturali di rinnovamento degli impianti e recupero degli uliveti abbandonati per consentire alla produzione di tornare sui livelli di eccellenza di dieci anni fa». David Graneri, presidente di Unaprol, sintetizza così le prime stime della campagna olivicola 2021 elaborate con la Coldiretti e Ismea. Previsioni che, però, dovranno superare l’esame del fattore clima soprattutto per quanto riguarda la quantità di prodotto che dovrebbe comunque essere superiore del 15 per cento sfiorando i 315 milioni di chili. «Tutti attendevamo l’annata di carica ma, purtroppo, l’andamento climatico e la grande siccità hanno colpito duramente le aziende olivicole del nostro Paese, che hanno incrementato i propri investimenti irrigui per salvare la produzione», spiega Graneri. La Puglia continua ad essere in sofferenza anche se si potrebbero registrare incrementi produttivi a due cifre che dovrebbero permettere di arrivare a 200 milioni di chili. La Sicilia, dopo tre stagioni di difficoltà, potrebbe tornare sopra la soglia dei 40 milioni di kg, mentre qualche problema in più si registra in Calabria dove si registra un lieve incremento molto lontano dalla produzione massima regionale. Annata negativa per Toscana e Umbria (punte -50%) che scontano andamento climatico incerto e potrebbero patire, a causa dell’umidità di questo periodo, possibili attacchi della mosca olearia, mentre tra le regioni centrali il Lazio mantiene sostanzialmente invariata la produzione dello scorso anno. La maglia nera della stagione appena cominciata va alle alle regioni del Nord, Lombardia in testa, colpite da periodi di gelo e grande caldo che hanno ridotto al minimo la produzione (stime da -60 a -80%). Numeri che rendono la ripresa del settore più lenta del previsto e rischiano di far scivolare il nostro Paese fuori dal podio della produzione mondiale. Si spiega così perché Coldiretti ha presentato nell’ambito del Recovery Plan un progetto specifico legato alle reti d’impresa per il futuro dell’olio d’oliva. «L’obiettivo è rilanciare la produzione nazionale dell’olio d’oliva per confermare il primato di qualità del Made in Italy – spiega il presidente Ettore Prandini – attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta».

FONTE: LA STAMPA