Due sono le tradizioni popolari che tentano di spiegare l’origine del nome di Cervaro: una di queste narra di un bianco cerbiatto che si recava a pascolare sul monte Pesculum e che sarebbe effigiato nello stemma della città. Un’altra lo ricollega alla dizione “Acerba ara”, che indicava il sepolcro del giovane patrizio romano Tertullo, difensore della città, ucciso dai Goti nel Vl secolo. Quando, nell’alto medioevo, l’abate di Montecassino Petronace fece costruire un castello a difesa del paese, lo chiamò “Castrum Cerbari”. Distrutta durante la battaglia di Cassino del 1943-44, la città è stata ricostruita con moderni criteri urbanistici. Da qui si diparte un percorso alternativo per raggiungere il Parco Nazionale d’Abruzzo, tramite la provinciale Cervaro-Viticuso. E proprio sulla provinciale, all’imbocco di una gola ai piedi del monte Aquilone, sorge il santuario della Madonna de’ Piternis. La chiesa fu consacrata nel 1408 attorno ad una piccola nicchia anteriore all’anno 1000, che sorgeva sul luogo dell’apparizione della Vergine ad una pastorella di Cervaro: un evento, forse il primo del genere in Italia, documentato negli archivi di Montecassino. La dizione “In piternis” è l’abbreviazione dialettale di “in sempiternis grati“.

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