Lugnano sorge su di un colle roccioso, a Nord ed a Nord-Est e’ protetto da una catena di monti costantemente verdi e facilmente accessibili. Dall’alto delle sue antiche mura si scorge il Tevere, che lambisce le sue terre. Lungo la valle che da esso prende il nome si gode uno splendido panorama. Il territorio prevalentemente collinoso, si estende per circa 3000 ettari tra coltivazioni cerealicole, vigneti ed oliveti dai quali viene prodotto olio extra-vergine di finissima qualita’. Nel periodo romano e’ certamente uno dei centri preminenti del cosiddetto “agro-amerino-romano” che si estendeva presumibilmente dalla Via Amerina fino a Guardea. Tutto cio’ risulta documentato sia da scoperte archeologiche, i cui numerosi reperti sono conservati nel museo Civico Villa romana di Poggio Gramignano, che dalla letteratura latina (Plinio il Giovane). Nell’alto e basso medioevo Lugnano presenta uno sviluppo piuttosto singolare, diventando comune intorno al 1000. Nei secoli XI e successivi vengono indicati numerosi nomi come signori di Lugnano: duchi di Montemarte (intorno al 1000), poi i conti Bovaciani di Todi (1147), un Guido senza nome in qualita’ di visconte (1204), un Tebaldo Vagliante visconte (1216), gli Orsini (primi anni del secolo XIV), Tommaso di Alviano (1370). In realta’ questi personaggi vanno considerati come “defensores” (difensori), ai quali i Papi affidavano la difesa dei loro territori e terre. Signori e padroni della terra di Lugnano sono sempre i Papi, facendo essa parte del patrimonio di San Pietro. Alleata o dipendente della citta’ di Orvieto ne segue le vicende nella contesa tra Guelfi e Ghibellini, in particolare contro Todi ghibellina a cui sottostavano Amelia e i Signori di Alviano, proprietari di Alviano, Guardea e Attigliano. Documentata da una bolla di Gregorio IX (1 Aprile 1239) e’ la vittoria dei lugnanesi e degli orvietani contro Todi ed Amelia che avevano assalito Lugnano. Le mire espansionistiche di Todi, per il controllo del Tevere, fanno si che Lugnano rimanga isolato con il solo sbocco verso Orvieto e i castelli oltre il Tevere. Nel 1449 su ordine di Pio II (Enea Silvio Piccolomini) vengono restaurate le mura della Terra di Lugnano, la spesa comunque e’ a carico della Comunita’. Nel 1497 e’ Bartolomeo d’Alviano che rovina e depreda la Terra di Lugnano. Il fatto si rinnova nel 1502 per opera dei fratelli di Bartolomeo, l’abate di S. Valentino, Bernardino e Aloisio di Alviano. Nonostante tutto, la Comunita’ reagisce e sotto la spinta rinnovatrice di Giulio II si dota del compendio organico degli Statutari ordinamenti, che risalgono al XI secolo: lo statuto della Terra di Lugnano (1508). Esso contempla e regola ogni aspetto della vita sociale, delle interrelazioni tra Comunita’ e singoli e nei minimi dettagli di vita, di lavoro, di animali e di territorio. Questo tesoro di civilta’ e’ oggi tradotto e disponibile in un testo pubblicato dallo studioso lugnanese Terzo Pimpolari. Nel 1600 inizia il declino del Comune, provocato dalla perdita del senso di “comunità” e dall’emergere di una oligarchia di poche famiglie nel governo del Comune, che via via si appropriano dei beni del Comune per arricchirsi. Negli anni e’ un progressivo deterioramento e un indebitamento costante che provoca poverta’ nella popolazione. La situazione non cambia nel 1700 e nel 1800. In questi anni interviene a sostegno della popolazione il Capitolo della Collegiata di S. Maria che, durante la Repubblica Romana e il Regno di Napoleone, impegna gli argenti della chiesa per comprare il grano per il pane. Verso la metà del 1800 si risveglia, in parte, il senso comunitario e iniziano le cause giudiziarie contro i Vannicelli e i Bufalari per il recupero dei beni comunitari di cui si erano appropriati. Queste cause giudiziarie terminano con la “Transazione Vannicelli” (10 giugno 1910) e la costituzione della universita’ agraria (23 Aprile 1913), che diventa proprietaria di circa 800 ettari di terra. Agli inizi del 1900 gli abitanti di Lugnano erano 2243, all’interno del paese 785, nella campagna, quasi tutti contadini, 1458.Scoppia la prima Guerra Mondiale con 35 caduti di Lugnano, poverta’, malattie come spagnola e la tubercolosi. Ma Lugnano della Teverina, nonostante tutto, mantiene la sua bellezza, la sua salubrita’, il fascino della sua Chiesa e delle sue strutture, il suo ambiente incontaminato e accogliente.

MONUMENTI PRINCIPALI

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA O COLLEGIATA

Costruita in eleganti forme romaniche del XII Sec. La Collegiata rappresenta uno dei più mirabili esempi iconografici ed architettonici del romanico. Può essere considerata un “ prodotto completamente locale “ frutto della comunità e del sistema sociologico locale esistente all’epoca a Lugnano. La terra di Lugnano era approdo di tante genti per questo la Collegiata risente di numerose influenze: della tradizione e cultura Romana, delle costruzioni della Tuscia, e della tradizione lombarda rappresentata a Lugnanao da una corporazione di “maestri costruttori”.

Cenni storici 

Vista l’antica e vivace storia il paese è ricco di importanti monumenti storici, ma il gioiello in assoluto è la Collegiata di Santa Maria Assunta. La collegiata di Santa Maria Assunta si trova al centro del borgo e fu costruita, secondo la tradizione sul luogo di una precedente chiesa voluta da Desiderio re dei Longobardi. La chiesa attuale viene fatta risalire dagli autori agli anni tra l’XI e l’inizio del XII secolo (prima del 1230, secondo un’iscrizione murata nel portico).

La facciata

La facciata decorata con rosone, è arricchita da un originale portico con costoloni poggiante su colonne (pronao aggiunto nel 1230). Il portico costituisce l’elemento di maggiore originalità essendo sostenuto da quattro colonne e due semicolonne laterali che suoi capitelli delle quali poggia un architrave. Al di sopra cinque archi ribassati sorreggono la linea del tetto. Il portico è coperto da una semibotte su costoloni. I lati del portico sono aperti da una quadrifora e da una bifora mentre l’accesso alla chiesa avviene attraverso una sola semplice porta. La parte superiore della facciata a doppio spiovente, è riccamente aperta da un grande rosone di tipo umbro (costituito da due ordini di colonnine doppie) affiancato da bifore e da un rosoncino superiore circondato da bacini ceramici. I fianchi della chiesa non presentano elementi decorativi. Sulla sinistra del portico e staccato da esso si eleva il campanile cinquecentesco.

L’interno

L’interno a tre navate e volta a botte, mentre le laterali sono coperte da volte a crociera, è scandito da colonne e capitelli decorati con motivi tipici dell’arte romanica (trecce, vegetali, scene sacre) e presenta un presbiterio fortemente rialzato sulla cripta. Questa parte della chiesa è stata ripristinata nel secolo scorso per cancellare le modifiche eseguite nel XVI secolo. Anche il ciborio posto sull’altare è opera di ricostruzione. Durante i restauri sono stati ripristinati arbitrariamente gli elementi dell’arredo interno: il recinto presbiteriale, gli amboni, l’iconostasi. In particolare i due amboni sono stati ricomposti utilizzando lastre decorate a motivi cosmateschi ed a rilievo. Dai primitivi amboni forse provengono anche le pregevoli lastre raffiguranti S. Giorgio che uccide il drago e la Visitazione poste sula fronte della iconostasi. Nell’abside troviamo un bel trittico di Nicolò di Liberatore detto l’Alunno ( Foligno 1425-1502), del XV sec. tavola a tempera che riproduce la Vergine con il bambino Assunta in cielo tra gli angeli e ai lati San Francesco e San Sebastiano; in basso, nella parte centrale, viene riportato lo stemma araldico di Lugnano, in posizione laterale, una Crocefissione della scuola di Giotto (XIV sec.) ed una Decollazione di Livio Agresti (1571). A destra dell’altare lo splendido organo settecentesco costruito da Giovanni Corrado da Verlè nel 1756 recentemente restaurato.

 La Cripta

Sotto il presbiterio una piccola cripta coperta da lastre di travertino che poggiano su eleganti colonnine con capitelli a foglie variate. L’accesso alla cripta avviene attraverso due porte poste ai lati di una struttura aperta anche da tre grandi finestre quadrate. Le aperture sono incorniciate da una estesa cornice decorata a tralci, con croci in corrispondenza delle architravi delle porte. La cripta è divisa in navatelle da quattro file di colonne con capitelli corinzi che sorreggono il tetto con la mediazione di un architrave. Conserva un interessante Crocefisso in alabastro del XV secolo.

Il pavimento

Rimane da segnalare il pavimento cosmatesco, cominciando dall’ampia rota al centro del recinto presbiteriale. Il percorso di accesso al presbiterio è sottolineato da due serie di tre rotae allacciate divise da un elemento quadrangolare. Di fronte all’entrata si trova un elemento quadrangolare con cerchi nella direzione degli angoli che segna l’inizio del percorso processionale. Ai lati del percorso centrale il pavimento è coperto dal più semplice pattern a tappeti di vario schema decorativo cosmatesco

Simbologia

La facciata con pronao aggiunto nel 1230, è caratterizzato da un insieme di significati simbolici che l’uomo medievale ha voluto lasciare nella pietra in cui la forma è unita al contenuto. Grazie a questo alto simbolismo l’arte Romanica è stata soprannominata “ la Bibbia dei poveri” poiché indirizzata a far comprendere il vangelo al popolo che nel medioevo non sapeva né leggere né scrivere. Lo studioso Demetrescu per questa caratteristica afferma che “ i costruttori della Collegiata amavano i Vangeli più degli altri”. Il pronao è sorretto da quattro colonnine lisce e tortili, i cinque archi a sesto ribassato, sono collegati da una lunga fascia arricchita da elementi musivi dei fratelli Cosmati e da metope in corrispondenza delle quattro colonne a raffigurare i quattro evangelisti pilastri della nuova legge e della Chiesa Cattolica: l’Angelo rappresenta Matteo, il Toro Luca, il Leone Marco l’Aquila Giovanni.
I simboli dei quattro evangelisti ( Tetramorfo) sono ripetuti più volte; sono di nuovo presenti sugli angoli del quadrato che racchiude il rosone tipicamente umbro per il disegno a doppia ruota. Rappresentano i quattro punti cardinali della nuova legge sulla terra simboleggiata dal quadrato in contrapposizione al cerchio del Rosone che simboleggia il cielo. Sopra un rosoncino circondato da sette tazze di ceramica a rappresentare i sette sacramenti. Sul fastigio centrale della facciata un’aquila che in precedenza veniva identificata con l’araldica di Innocenzo III promotore della costruzione. In realtà l’Aquila racchiude tra gli artigli l’agnello immolato ed è caratteristica in tutte le chiese dedicate a Maria. Rappresenta Maria che con le due ali fornite dallo Spirito Santo salva se stessa e il frutto del suo grembo ( l’agnello). Nella Chiesa sono inoltre custodite numerose opere di grande valore artistico: un trittico dell’Alunno, situato nell’ abside, una Crocifissione di Scuola Giottesca recentemente rubato e, nella Cappella, una Decollazione di S. Giovanni Battista di Livio Agresti; oltre ad un antico organo di pregevole fattura costruito nel 1756 da C. Werler e recentemente restaurato dalla fondazione Carit.

CHIESA DI SANTA MARIA DEL RAMO O DI RAMICI

Lungo la strada che porta ad Attigliano, immersa nella campagna lugnanese si trova la chiesetta di Santa Maria del ramo o di Ramici. La strada bianca per giungere a questo piccolo santuario lascia la provinciale per Attigliano e scende tortuosa in mezzo ai campi. La macchia del Cerreto alla sua destra e l’estremita’ nord di poggio Gramignano alla sua sinistra. La chiesetta e’ su di un poggio, circondata su tre lati da forti declivi. Giu’ in fondo, scorre il fosso del “Molinaccio”. Si tratta di un luogo isolato, immerso nel silenzio della natura e circondato da uno spazio ben curato in mezzo ai cipressi, particolarmente adatto per una bella scampagnata. Gran parte del merito di questa cura va dato al “Comitato di Ramici”, che con impegno e passione se ne occupa. Il Santuario e’ stato costruito nei primi del 1400, in onore dell’immagine di una madonna miracolosamente ritrovata, secondo una leggenda popolare, da una pastorella tra i rami di una quercia. Da circa 600 anni i lugnanesi sono particolarmente devoti a questa immagine. Ancora oggi le pareti della chiesetta sono ricoperte di ex-voto a testimonianza di grazie ricevute o come preghiera di aiuto per qualche pericolo. Ogni anno, il 12 Maggio, si organizza una festa. L’intero paese si sposta, anche a piedi, verso il santuario. All’aspetto religioso si unisce quello popolare; si tratta di una sentita festa popolare, in cui la comunita’ si ritrova insieme.

CHIESA E CONVENTO DI SAN FRANCESCO

Costruito nel 1229 nello stesso luogo dove nel 1212 il Santo aveva predicato e compiuto un miracolo. Nella chiesa si puo’ ammirare l’affresco che ricorda il miracolo: il Santo fa liberare da un’anatra un bambino azzannato da un lupo. Tale affresco e’ stato recentemente restaurato. Nell’opera di recupero fatta intorno al 600, con il cambiare dei gusti dell’epoca, l’affresco era stato ritinteggiato con tempera di caseina, alterando i colori di alcuni componenti nonché inserendo un paesaggio sullo sfondo della pittura. Dopo vari test nel portare via tutta la parte ritinteggiata, e’ venuto alla luce un affresco integro realizzato nel ‘300 con la tecnica del “buon fresco” raffigurante una scena semplificata con canoni e particolari giotteschi. Un raro affresco dei proto-martiri francescani e’ visibile all’interno del convento. Il Convento vive nel ‘600 un fiorente periodo. Qui muore, il 22 Giugno 1540, il beato Gonella da Norcia. Nel 1608 viene costruito l’elegante chiostro ornato con una serie di eleganti colonne in travertino e da affreschi raffiguranti la vita di san Francesco. E’ del 1680 la costruzione del campanile in forme baroccheggianti che si ammira tutt’oggi. Fiorente centro religioso fino al 1930. Nel 1988, per opera dell’Associazione san Francesco, viene rifatto il tetto della chiesa; in seguito e’ stato rimosso il pavimento in graniglia del 1950 ed e’ tornato a splendere l’antico pavimento in cotto. Gli ultimi restauri realizzati dall’associazione San Francesco fanno della Chiesa un vero e proprio museo artistico. Alle importanti opere delle varie cappelle si aggiungono il crocifisso ligneo dell’altare, la Sagrestia del 600 completamente restaurata e dal 2008 un importante tela della pittrice Grazia Cucco rappresentante la Natività.

CONVENTO E CHIESA DEI CAPPUCCINI

 Il convento di S. Antonio dei Cappuccini, immerso in un meraviglioso boschetto di cerri, domina dalla sua collinetta il paesaggio attorno al centro storico. Fu costruito con opere volontarie degli abitanti di Lugnano. La popolazione lavora per sei anni alla sua costruzione dal 1573 al 1579. I cappuccini restano a Lugnano fino al 1928. Oggi il Convento e’ stato restaurato.

UN GIRO PER IL BORGO

Lugnano vale una visita e una passeggiata non solo per la Chiesa di S. Maria e Collegiata del XII sec., ma per tutto il borgo che racchiude angoli pittoreschi ed offre inaspettati scorci panoramici. II centro storico, caratteristico per la sua impronta medioevale, e’ rimasto integro fino ad oggi. Da ammirare le sue mura e i resti delle torri, tra cui spicca la Torre Palombara; tipica torre medioevale, sulla quale e’ visibile una Bianca colomba in pietra. Si narra che fu costruita in onore dei colombi, che avvertirono i lugnanesi dell’arrivo dei nemici. Poco credibile, ma anche le leggende possono avere un piccolo contenuto di verità. Più realisticamente uno strumento di difesa, venne usato anche come luogo di addestramento dei piccioni viaggiatori, il mezzo di comunicazione più celere. Il Paese e’ dominato da Palazzo Vannicelli in Piazza della Rocca, dalla mole dei due Conventi, quello di S. Francesco a Sud e quello dei Cappuccini a Nord, ed al centro da Palazzo Pennone, il più imponente. Bisogna addentrarsi nel borgo per scoprire ed apprezzare l’atmosfera di questa città in miniatura ed è bene farlo a piedi, entrando dalla Porta Medioevale. Una caratteristica via ellittica, conduce nel cuore del paese dove si possono scoprire le pittoresche scorciatoie fra giochi di archi e scalette. L’ingresso al paese avviene da viale Regina Margherita. Percorrendo questo viale si giunge a Piazza della Rocca. Da qui si scende per arrivare a Piazza Santa Maria, la piazza della celebre Collegiata. Costruita in eleganti forme romaniche, la Collegiata e’ uno dei piu’ significativi esempi iconografici ed architettonici dello stile romanico. Si scende dalle scalette alla destra della Collegiata verso via Garibaldi giungendo alla Porta. La Porta fa parte integrante del complesso di mura di difesa di Lugnano, costruite per ordine di Papa Leone IV negli anni 847-849. Restaurata nella seconda meta’ del 1400 per ordine di Papa Pio II Piccolomini, presenta nella lapide il simbolo della famiglia Piccolomini. La cinta muraria di Lugnano si e’ mantenuta ed in alcuni punti e’ stata inglobata da case appoggiate ad essa, con i caratteristici orti o Logge della contrada Logge. Entrando sulla sinistra si trova la piazzetta un tempo mattonata e fornita di un Pozzo per il ristoro di chi entrava in paese. Da qui si offrono due possibili itinerari: proseguire in discesa verso il rione “Logge” oppure risalire da via Duca degli Abruzzi, caratteristica via ellittica, dove le case sono unite tra loro come per scaldarsi e sostenersi e, si aprono nella via con ampi portali ad arco. Qualsiasi via si scelga, si attraversano scorci caratteristici, vicoli e scalinate. Alla fine di via Duca degli Abruzzi si giunge di fronte all’ex Convento dell’Annunziata, istituito nel 1576 su interessamento della comunità. Le monache inizialmente erano Agostiniane, poi adottarono la regola di S. Benedetto divenendo Benedettine. La facciata e’ stata recentemente restaurata. Poco piu’ avanti, in piazza Marconi, si trova la Chiesa di Santa Chiara, parte integrante del monastero della Clarisse, istituito a Lugnano nel 1470. Da qui si percorre via Umberto I, il corso principale del paese dominato dalla mole del palazo Ridolfi-Farnese detto Pennone, oggi sede del Municipio. Sulla sinistra, un bellissimo archetto fa da sipario alla piazzetta di Campo dei Fiori, uno degli scorci piu’ belli del centro storico. Incamminandosi in discesa verso via Campo dei Fiori si giunge ai giardini dell’Ex Orto Ungari, uno dei punti panoramici piu’ belli per osservare la bassa valle del Tevere. Da qui si vedono il Castello ed il Lago di Alviano, l’ansa del Tevere. Piu’ a Sud gli imponenti monti Cimini fino al monte Soratte in direzione di Roma.

ITINERARI TURISTICI : BENESSERE

IL BENESSERE CON LE TERME DI RAMICI…L’ACQUA DELLE MERAVIGLIE.

Nei pressi del Tevere sgorgano le acque solfuree del “Castello di Ramici”. Si tratta di acque sulfuree-salse solfato alcalino-terrose. Il luogo e’ raggiungibile in macchina percorrendo la strada per Attigliano oppure attraverso una strada di campagna prima imbrecciata e poi sterrata. Passando dalla fontana delle Morre si raggiungono le rovine del “Castello di Ramici”. Il sentiero, che segue l’antico percorso che collegava Lugnano alla valle del Tevere, permette di spaziare sulla campagna circostante. Una volta giunti lungo le rive del Tevere, troviamo la sorgente, dove l’acqua sgorga da una fontana a 15 gradi impregnando l’aria dell’odore di zolfo. Attualmente una grande vasca divisa da un ruscello artificiale raccoglie l’acqua che sgorga dalla fontana. La vasca permette l’immersione per godere dei benefici dell’acqua grazie anche ad un blocco per i servizi igienici. Intorno alla vasca una serie di passerelle in legno con staccionate si inseriscono in un percorso naturalistico basato sulla caratteristica vegetazione locale inserita in una delle piu’ belle valli del Tevere, tra le sponde del fiume e con alle spalle i caratteristici calanchi argillosi. La struttura e’ completata da un’area parcheggi ed una per la sosta di cavalli collegata ad un itinerario per il trekking. Oggi specialmente nella stagione estiva, un numero sempre maggiore di persone utilizza le acque termali di Ramici per le loro numerose proprieta’ terapeutiche. Sono infatti riconosciute alle acque di Ramici numerose proprieta’. Molte malattie croniche delle articolazioni, delle ossa e dei muscoli trovano in queste acque un efficace strumento terapeutico. Le proprieta’ anti-infiammatorie delle acque del “Castello di Ramici” sono state documentate da vari studi. Grazie a queste proprieta’ i bagni con le acque sono estremamente efficaci per diverse patologie della pelle quali eczemi, dermatiti oppure malattie reumatiche. Sono documentate proprieta’ terapeutiche anche per malattie infiammatorie dell’apparato genitale femminile o patologie venose degli arti inferiori. Non va dimenticata inoltre la attivita’ depurativa che possono esercitare sull’apparato digerente, sul fegato e sulle vie biliari se bevute. Possiamo affermare che queste acque rappresentino un validissimo strumento di prevenzione e di terapia, capaci di aumentare lo stato di benessere generale. Il Comune di Lugnano in Teverina ha attivato in loco un servizio bar durante il periodo estivo.

Arte e cultura: Musei

POLO MUSEALE e CULTURALE  LA FABBRICA

La Fabbrica puo’ considerarsi il simbolo o memoria dell’economia agricola e dei tentativi di industrializzazione di Lugnano. Fu costruita, su disegno dell’Ingegner Paolo Zampi di Orvieto, nei primi anni del 1900 probabilmente dal conte Giovanni Vannicelli-Casoni. La struttura e’ caratterizzata dalla tipica architettura industriale dell’epoca. Venne utilizzata dal conte Filippo Vannicelli, intorno al 1920, per una industria per la fabbricazione di lampadine, denominata Helios, liquidata nel 1922. Successivamente ospita una mola e un pastificio, dotato di generatori di corrente, per breve durata anch’esso. Con il fallimento dei Vannicelli passa di proprieta’ ad Ottorino Pimpinelli, poi al Santori che la utilizzano come centro agricolo: mola dell’olio, cantina, deposito di frumenti e cereali. Cosi’ la utilizza anche il successivo proprietario, la RAS. Negli anni ’90 viene acquistata dal Comune di Lugnano e con un progetto a scopo prevalentemente culturale viene parzialmente ristrutturata. La Fabbrica divenuto il centro culturale, ricreativo e di promozione turistica del paese, accoglie il Museo Civico con la sezione archeologica della Villa romana di Poggio Gramignano, villa rustica del I sec. A.C. , il ricco archivio storico e notarile di Lugnano di cui fa parte l’antico statuto comunale, lo “Statuta Communitatis Terrae Lugnani” del 1508 e il museo della GRANDE GUERRA. La sezione archeologica ha assunto nel corso degli anni una grande importanza a livello storico e scientifico grazie agli studi effettuati dalle Università di Roma, Tucson e Manchester. Nel 1989 l’archeologo americano professor David Soren con il team della prestigiosa Università dell’Arizona hanno condotto una campagna di scavi per portare alla luce una villa di epoca romana nel sito di Poggio Gramignano, vicino alla città di Lugnano nella valle Teverina. Fu constatato che la ricca e complessa struttura architettonica non aveva retto ai progressivi cedimenti del sottosuolo e la villa (del I secolo a.C.)  era completamente crollata nel III sec. d.C. Gli scavi condotti dal professor Soren hanno evidenziato che in realtà la villa ebbe una successiva destinazione attorno al 450 d.C.. Nel sito fu rinvenuto  infatti un  cimitero di eccezionale importanza perché raccoglieva resti di 47 bambini: una realtà archeologica molto rara in Europa e sulla quale si condussero ricerche che portarono alla ipotesi che i bambini potessero essere rimasti vittime di una terribile epidemia di malaria, che li decimò in un breve arco di tempo (un mese circa). Cinque locali della villa  contenevano i resti interrati delle vittime, che erano neonati, bimbi di 6 mesi di età, più uno di 2-3 anni. Insieme alle sepolture furono rinvenuti anche i resti di  una dozzina di cani, probabilmente in virtù di rituali propiziatori. A distanza di molti anni, il Yale University Archaeology Laboratory Malaria Project ( YUAL) ha avviato un progetto di ricerca multidisciplinare per indagare le origini della malattia e i suoi effetti sulla dinamica delle popolazioni antiche. ll progetto YUAL (Yale University Archaeology Laboratory) collabora con il team del Professor Soren nel tentativo di confermare i risultati del Professor Robert Sallares dell’Università di Manchester (Inghilterra).

IL SITO ARCHEOLOGICO DI POGGIO GRAMIGNANO

Dal 2020 sarà possibile visitare anche il sito archeologico di Poggio Gramignano grazie alla copertura che il comune è in procinto di realizzare per rendere fruibile il sito. Nell’estate 2020 dal 24 giugno al 24 luglio gli scavi saranno riaperti per l’arrivo degli archeologi americani delle Università di Tucson e Standford, che daranno vita alla 5.a campagna di scavo consecutiva dal 2016 e dove sarà possibile visitare la villa romana con la guida di esperti archeologi. Il museo della GRANDE GUERRA 1915/18 è situato nella sala più grande al piano sottostrada del Palazzo Ex-Fabbrica e contiene una ricca collezione dedicata all’evento bellico più importante della storia italiana, di recente realizzazione ed in continuo rinnovamento. Il Museo sta divenendo un importante punto di riferimento per scuole ed appassionati. La Fabbrica dispone anche di sala per mostre, sala conferenze ed uno spazio dedicato a rassegne teatrali.

LA COLLEZIONE MONDIALE DI VARIETA’ DI OLIVO

L’olio extravergine di oliva è il prodotto di eccellenza di Lugnano, grazie al grande patrimonio olivicolo distribuito tra le colline e le valli di questo lembo della Teverina. Diversi studi condotti sull’olio estratto dalle piante locali hanno dimostrato la sua altissima qualità e le sue peculiarità organolettiche, scientifiche e commerciali: un prodotto di elevato potere antiossidante, con un basso tasso di colesterolo. Sulla base di una tale eccellenza, nel 2014 è stato avviato un progetto di rilevanza mondiale, in collaborazione tra il Comune di Lugnano in Teverina, il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Perugia, la Regione Umbria e il Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria: la Collezione Mondiale di Varietà di Ulivi.  Realizzata in località Felceti, poco distante dal borgo di Lugnano, la Collezione ha messo a dimora una grande varietà di piante di ulivo, provenienti dai più importanti paesi produttori del Mediterraneo e del mondo.  Il primo nucleo di raccolta, comprende oltre 300 varietà già impiantate, per un totale di circa 900 giovani ulivi: un vero valore aggiunto al comparto agroalimentare del territorio. Nel 2019 altri 250 ulivi sono stati aggiunti con tutte le varietà umbre. Attualmente la Collezione ha oltre 1200 piante di oltre 400 varietà diverse con 24 stati del mondo rappresentati. Questo importante progetto non solo consente iniziative di salvaguardia e sensibilizzazione sui temi della conservazione della biodiversità, ma promuove il prodotto locale a livello mondiale: la Collezione, infatti, sarà inclusa in una rete internazionale di collezioni, insieme alle due già conosciute nel mondo, realizzate a Cordova, in Spagna e a Marrakesh, in Marocco. La presenza di una tale esclusiva raccolta di varietà di ulivi nell’area di Lugnano, porterà inoltre alla creazione di percorsi ad hoc negli altri comuni interessati alla Maratona dell’Olio, una significativa manifestazione annuale, per valorizzare e promuovere i territori della bassa Umbria. E’ possibile previa prenotazione, organizzare visite guidate con esperti del CNR e del Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, con degustazioni, corsi di assaggio di olio e approfondimenti sulla Biodiversità.

 Rete Sentieristica

Il costante incremento delle attività sportive come trekking, footing e armonia del corpo in particolari siti di pregio ambientale ha spinto il Comune di Lugnano a rafforzare e valorizzare la rete sentieristica. Attualmente sono 8 i percorsi sentieristici del comune di Lugnano indicati da apposita segnaletica: Sentiero del castello, Sentiero della Valle Tiberina, Sentiero della Grotta del Vento, Sentiero del Pian della Selva, Sentiero del Monte e della Grotte, Sentiero delle Mura, Strada della Barca e Strada delle Fonti. Tutta la rete sentieristica unisce tutte le bellezze ambientali, paesaggistiche e architettoniche del paese armonizzando percorsi al’interno di uno dei più belli Borghi d’Italia, passando per i monti Amerini,  sino a toccare le sponde del Tevere dove sono ubicate le sorgenti termali di Ramici.

  Accoglienza ospitalità e strutture ricettive

Attualmente nel Comune di Lugnano in Teverina non vi sono strutture alberghiere. Le strutture ricettive sono in parte agriturismi, Bed and Breakfast, Case Vacanze, Ostelli ecc. In questi ultimi tempi vista l’aumento dei flussi turistici nel paese, particolarmente nel periodo estivo, sta prendendo piede anche l’albergo diffuso che utilizza case sfitte all’interno del Centro storico. Di seguito indicate le varie strutture ricettive:

NOME       Sito internet               Posti letto

Agriturismo Poggio del Bolognino    www.poggiodelbolognino.it          20

Agriturismo San Valentino     www.villasanvalentino.it      8

Azienda Agricola Agrituristica Trenta Querce       www.trentaquerce.it      10

Azienda Agricola Il Pozzo Casa Vacanze       www.ilpozzocasavacanze.it   20

Bed & Breakfast La Pietra Gialla   www.bedandbreakfast-lapietragialla.com     10

Agriturismo Podere agrituristico Luchiano        www.luchiano.it      11

Palazzo Storico  “La Rocca di Lugnano”   www.laroccadilugnano.com      4

Palazzo Storico “B&B La Corte di Alice”     8

Casa Vacanze Convento di San Francesco  10

Casa Vacanza Podere Ceoli www.podereceoli.it 14

Casa Vacanze La Viscontina  10

Casa Vacanze Camporiccio    8

Casa Vacanze Holiday Home Torricello    14

Casa Vacanza La Cornucopia   4

Per le informazioni sul paese si allega un file denominato “NotizieLugnano”

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