Pieve Ligure, comune in provincia di Genova di circa 2700 abitanti su 3,4 km², si stende dal livello del mare con la costa rocciosa interrotta dalle cale della Demola, della Torre e della Chiappa ai 516 metri del Monte di Santa Croce, in un contesto più boschivo che urbano, intessuto di stradine, scalette e fasce.l paese ha avuto una storia appartata e tranquilla fino al XVI secolo, ovvero fino a quando subì l’attacco marittimo di predoni giunti dalla Turchia (che in precedenza avevano attaccato anche Recco) che nel 1584 la misero a ferro e fuoco, depredandola.[19] Una volta che i briganti si furono allontanati, Pieve fu in pochi anni ricostruita e resa meno vulnerabile dagli attacchi nemici con la costruzione di protezioni, tra le quali l’ancora presente castello Cirla.[19] Un primo censimento della popolazione, avvenuto intorno all’anno 1600, quantificò gli abitanti del comune pievese intorno alle mille unità.[23] Un secondo censimento, datato 1750, indicò in 1800 gli abitanti del comune di Pieve di Sori, comprendendo nel numero i 230 dell’allora frazione di Teriasca.[23] Intanto Pieve era rimasta in una posizione isolata e pacifica fino al 1754, data in cui il paese fu occupato dalle truppe austriache, che lo portarono al centro di numerose battaglie combattute nei primi anni del 1800 sulle montagne sovrastanti, tra gli invasori e l’esercito di Napoleone. Terminate tali guerre, il comune fu inglobato nel 1815 al Regno di Sardegna insieme a Genova. Sempre nel 1815 Pieve Ligure fu unita al confinante Sori, resosi da poco indipendente da Recco, denominandosi “Pieve di Sori”.[19] In questo periodo il comune vide una piccola rinascita, che portò una modesta crescita demografica e un modesto aumento di ricchezze, favorito anche dalla costruzione, tra il 1816 e il 1818, dell’attuale via Aurelia. Nel 1860 gli abitanti superavano di alcune centinaia i duemila.

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