“Non è possibile vedere campi più belli, non vi ha una gola di terreno che non si alavorata alla perfezione….”. Così Johann Wolfgang von Goethe scriveva in Viaggio in Italia di Sinalunga, un centro agricolo e industriale sito nel cuore della toscana. Le leggende sull’etimologia del nome si accavallano da tempo senza che nessuno abbia sciolto definitivamente la questione. Di certo il nome attestato da tutti i documenti è Asinalonga, ma non è certo se derivi dal profilo della collina in cui sorge o dalla crasi della formula “A Siena longe”, per sottolineare la distanza dal capoluogo. Le prime tracce storiche di Sinalunga risalgono al periodo etrusco durante il quale il centro era sede di un santuario nella parte alta del paese. Durante il periodo romano invece nella parte bassa della collina era situata una mansio per il percorsi a cavallo da Roma al nord. Nel periodo medievale Sinalunga era sede di un castrum conteso dalle varie potenze toscane, nonché dal ducato di Milano con il Duca Giangaleazzo Visconti. Passata sotto il dominio mediceo all’indomani del 1555, Sinalunga continua la sua vita espandendosi oltre il cerchio delle mura del castrum e perdendo la sua connotazione di rocca. Il fatto più rilevante della storia recente di Sinalunga risale all’arresto di Garibaldi presso la casa dell’allora sindaco di Sinalunga.

 

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